2 ottobre 2008

Depositate in Cassazione le 4 proposte di legge


I socialisti hanno depositato questa mattina presso la Corte di Cassazione quattro proposte di legge di iniziativa popolare su precariato nel lavoro, carovita, diritti civili, riforme costituzionali. Dal 12 ottobre, con una iniziativa che si terrà contemporaneamente in 100 piazze italiane, inizierà la raccolta di firme (la Costituzione ne prevede 50.000 per ogni pdl) che segnerà il rilancio dell'azione dei socialisti su tutto il territorio nazionale.
«L'obiettivo – ha detto il segretario del partito Nencini- è quello di raccogliere 500.000 firme per obbligare il Parlamento, nel quale non siamo rappresentati, a discutere quattro provvedimenti essenziali per la vita degli italiani. Quattro provvedimenti simbolo del bisogno di cambiamento che questo Paese sembra non conoscere mai. Non parteciperemo alle manifestazioni generiche di piazza altrui, abbiamo deciso di ripartire dai problemi concreti, per ridefinire l'identità di una moderna sinistra riformista».
Nencini ha poi spiegato nel merito le quattro proposte socialiste:
-Assemblea Costituente: Con l'elezione diretta da parte dei cittadini di un'Assemblea costituente si mette sul binario giusto la possibilità di riformare la nostra Costituzione per adeguarla ai nuovi bisogni della collettività e alle mutazioni sociali ed economiche del Paese, dopo i tentativi tutti fallimentari fatti dal Parlamento. I socialisti pensano oggi, come hanno sempre sostenuto in passato, che la via maestra per la Grande Riforma in un momento di grande crisi di credibilità dei partiti e delle istituzioni, sia dare la parola al popolo.
-Via i costi impropri dalle bollette, restituiamo denaro ai cittadini: Con la riduzione del costo delle bollette si intende aiutare le famiglie con maggiori difficoltà economiche. I socialisti propongono di ridurre al più presto quelle spese fisse mensili che i cittadini pagano indipendentemente dai consumi effettuati e che, peraltro, rendono l'Italia il Paese con la luce, il gas ed i telefoni più cari di tutta Europa. Una situazione che va affrontata con assoluta urgenza per evitare di mandare sul lastrico milioni di famiglie italiane.
-Lavoratori, non precari: Attraverso la riforma di alcune regole del mercato del lavoro, si intende affrontare il problema della precarietà che ha creato nel Paese ampie situazioni di disagio sociale, di sfruttamento e di incertezza sulle prospettive di vita e di lavoro. I socialisti si propongono l'obiettivo di ridurre lo sfruttamento del lavoro precario e di incrementare la diffusione del lavoro a tempo indeterminato. Chiedono in sostanza di applicare la seconda parte della riforma Biagi, che estende anche ai precari diritti del lavoro fondamentali, come ferie e pensione.
-Pacs: Così come già avviene in molti paesi europei, i socialisti intendono garantire ai cittadini italiani, con questa proposta di legge, la possibilità di stipulare un Patto Civile di Solidarietà (Pacs) al fine di organizzare la propria vita affettiva di coppia, anche al di fuori del matrimonio. Si intende con ciò garantire ai membri della coppia di fatto di ottenere diritti oggi non riconosciuti ma anche impegnare i partner ad assumersi responsabilità reciproche.

Le campagne dei socialisti hanno già ricevuto l'adesione di personalità come Vittorio Sgarbi ed Alessandro Cecchi Paone.

26 settembre 2008

Giovani Socialisti: Il diritto allo studio ed al lavoro passano anche …da Ostuni

socialisti ostuni
Antonio Zurlo e Giuseppe Tanzarella, rispettivamente coordinatore cittadino e vice-coordinatore provinciale della Federazione Giovani Socialisti, lanciano una raccolta firme affinché Trenitalia torni sui propri passi e ripristini la fermata ferroviaria di Ostuni dell’Eurostar che percorre la tratta Lecce-Roma. La Fgs Ostuni ritiene inaccettabile ed inspiegabile la decisione degli organi preposti all’organizzazione della rete dei servizi ferroviari che, non curanti dell’importanza che la fermata riveste, non solo per i tanti turisti che ogni anno scelgono di passare le proprie vacanze nella nostra terra, ma anche dei tantissimi studenti e lavoratori di Ostuni e dei numerosi paesi limitrofi, hanno stabilito di sopprimere la sosta nella stazione ostunese.
Tale soluzione, se confermata, lederebbe i diritti dei tanti lavoratori e studenti che ogni giorno utilizzano l’Eurostar Lecce-Roma per raggiungere le proprie destinazioni d’interesse, costringendoli a trovare alternative che spesso sono impraticabili o addirittura inesistenti.
In particolare, i giovani socialisti ostunesi ritengono che un servizio pubblico essenziale come quello gestito da Trenitalia, debba garantire ad un bacino di utenza così importante come quello rappresentato da Ostuni, la possibilità di poter raggiungere facilmente le sedi universitarie di Lecce, Bari e Roma.
Chiunque voglia aderire all’iniziativa potrà portare il suo contributo apponendo una firma sui moduli presenti presso il Bar della Stazione ferroviaria di Ostuni a partire da domenica 28.09.2008.

23 settembre 2008

SOCIALISTINFESTA@MONDOPERAIO - Vieste (FG) 19-21 settembre 2008


Nei giorni 19, 20 e 21 settembre si è tenuta a Vieste, sul Gargano, la prima edizione di "Socialistinfesta@Mondoperaio",una tre giorni di dibattito dedicata ai temi del riformismo socialista e alle questioni di maggiore rilevanza e attualità politica. Ricco è stato il programma degli appuntamenti, ai quali sono intervenuti oltre ai dirigenti del partito, importanti ed autorevoli esponenti del mondo politico, economico e sindacale, dell'informazione e della cultura.
Si è trattato di un'occasione fondamentale per intraprendere il cammino che ci attende lungo una stagione che per noi socialisti dovrà essere segnata da una forte ripresa di iniziativa politica sul territorio.
Un’Assemblea Costituente per le riforme istituzionali, norme per ridurre il precariato e diritti civili. Saranno questi i temi delle tre “campagne d’autunno” che il Partito Socialista ha lanciato da Vieste, in chiusura della tre giorni. "Da Vieste - ha detto Nencini- parte il rilancio dell'azione dei socialisti italiani e con esso si avvia un modo nuovo di fare politica, basato sul rapporto diretto con i cittadini, su proposte concrete di riforma che investiranno gli aspetti più sentiti dalla gente: dal precariato nel mondo del lavoro al caro vita ed i costi impropri delle bollette, dal ripristino della preferenza nella legge elettorale ad un sistema complessivo di riforme delle istituzioni. Tutte tematiche che mettono al centro la semplificazione della vita dei cittadini, intesa anzitutto come miglioramento delle loro condizioni economiche e come un rinnovato, più diretto e trasparente rapporto con la politica, con il mondo del lavoro, con la burocrazia. Vogliamo - conclude - che l'Italia torni ad essere una repubblica fondata sulla partecipazione, sul merito, sulla responsabilità e sulla giustizia sociale. Il nostro è un appello a tutte le forze riformiste, perché da Vieste possa inaugurarsi una nuova stagione di idee e di riforme che il Paese non può più attendere".

Molto interessante è stato il dibattito "Per una nuova Costituzione" , nel quale l'intervento di Rino Formica è stato educativo e di spessore. "Se si vuole tirare a campare- ha detto Formica- bastano i ritocchi. Se si vuole ragionare per il futuro delle nuove generazioni, c'è bisogno di una nuova Costituzione, che riveda quell'impostazione che fu straordinariamente virtuosa e ideologica. La Costituzione - ha aggiunto - nasce su un'intesa tra i grandi partiti di massa. Questo sistema è entrato in crisi e la prova è che dei tre grandi partiti del patto costituzionale non c'è più nessuno. Il patto costituzionale che aveva nei tre grandi partiti di massa i costruttori e i garanti, adesso è appeso a cosa, alla memoria di quei partiti? Ma sulla memoria di qualcosa non si costruisce il futuro, è utile per capire il presente e costruire il futuro, ma non può essere la base'. Per Formica, 'il sistema politico italiano è in crisi, e quando la questione è di sistema, in democrazia la si risolve innanzitutto con politiche che abbiamo una visione del riordino del sistema e poi, sul confronto di queste visioni, è fondamentale una ratifica del popolo sulla decisione. Altrimenti - ha concluso - è una soluzione di 'palazzo' e giochiamo nella speranza che il tempo risolva i problemi".

Un 'testimonial' d'eccezione della manifestazione è stato Vittorio Sgarbi, che proprio da Vieste ha definito "criminale" l'attuale sistema elettorale. "La democrazia è stata ferita - ha detto Sgarbi - spero non colpita definitivamente, ma è sul punto di morire". Eliminare le preferenze, secondo Sgarbi, significa in sostanza sottrarre alla democrazia il criterio della meritocrazia nella selezione della classe politica".





31 luglio 2008

Raccolta firme in piazza



Sono 500 le firme raccolte domenica 27 luglio in piazza della Libertà ad Ostuni dal Partito Socialista nell'ambito della manifestazione "La Repubblica senza partecipazione", organizzata in 20 citta' in difesa della Costituzione e per chiedere il ripristino della preferenza nel sistema elettorale.


















I tavoli della raccolta firme sono stati allestiti sotto gli ombrelloni del Casbah Cafè.



Nonostante la giornata molto calda abbia svuotato il paese in direzione mare, i cittadini presenti ed i turisti hanno sposato la causa promossa, firmando la petizione e mostrando apprezzamento per l'iniziativa dei Socialisti ostunesi.

26 luglio 2008

Socialisti in piazza per il ripristino delle preferenze anche ad Ostuni


Si intitola ‘La Repubblica senza partecipazione’ la prima campagna pubblica del Partito Socialista, che domenica 27 luglio sarà diretta a raccogliere adesioni per rendere più forte il vincolo tra eletti e cittadini riconsegnando agli elettori la possibilità di scegliere, attraverso la preferenza, chi dovrà sedere in Parlamento. L’iniziativa è stata presentata da Riccardo Nencini, Segretario Nazionale del Ps, in una conferenza stampa a Montecitorio. ‘La Repubblica senza partecipazione’ si svolgerà in molte città d’Italia e luoghi simbolo che richiamano i principi della Carta Costituzionale. Riccardo Nencini sarà a Firenze, dove ricorderà i padri costituenti Piero Calamandrei, Giorgio La Pira e Amintore Fanfani e presenterà la petizione per chiedere il ripristino del voto di preferenza nel sistema elettorale italiano.“Alla Costituzione – ha spiegato Riccardo Nencini - venne fatto corrispondere un sistema elettorale proporzionale con voto di preferenza. La cancellazione di ogni possibilità di scegliere i propri rappresentanti alla Camera e al Senato ha allargato il solco tra istituzioni e cittadini ed ha indebolito l’autorevolezza del Parlamento. Una Assemblea di nominati prima ancora che di eletti tende infatti a manifestare un più alto tasso di obbedienza. Una delle strade da seguire per rinnovare il rapporto con gli elettori è tornare al voto di preferenza”. Il quadro attuale è, secondo il segretario socialista, preoccupante. ”Populismi di segno opposto – ha aggiunto - stanno logorando lo spirito della Costituzione e la centralità del Parlamento. Deputati e Senatori sono chiamati sempre più spesso a votare provvedimenti dichiarati urgenti quando i problemi che affliggono l’Italia attendono una risposta dall’inizio della legislatura.
“Ci troviamo dinanzi – ha concluso il leader socialista - ad una rappresentatività ‘circoscritta’ dei parlamentari in quanto eletti in listoni bloccati decisi al di fuori da ogni relazione con gli elettori. Il bilanciamento tra potere legislativo e potere esecutivo che il costituente aveva infisso nella Carta esce stravolto da una consuetudine che sta diventando norma pur in assenza di riforme costituzionali tese a riorganizzare la forma di Stato e la forma di Governo”.Alla conferenza stampa hanno partecipato tra gli altri Roberto Biscardini, Gerardo Labellarte e Bobo Craxi. " Si sta generando – ha affermato Craxi – un riformismo elettorale che non tiene conto del pluralismo nel nostro Paese e ciò spinge le forze minori a scendere in piazza. La rappresentatività è un elemento importante della democrazia e a muoversi per questa è giusto che lo facciano le forze padrine della Costituzione. Il sistema italiano non ha eguali in alcun altro sistema elettorale europeo. E' un problema italiano che va preso sul serio”.
Ad Ostuni ci sarà una raccolta firme in piazza della Libertà dalle ore 10:00 di domenica 27 luglio fino a sera.

6 luglio 2008

Votato a larghissima maggioranza il Documento politico finale a conclusione del 1° Congresso del Partito Socialista

Documento Politico
Il Primo Congresso Nazionale del Partito Socialista riafferma le ragioni storiche e politiche dell’azione dei socialisti italiani. Il Partito Socialista nasce dalla convergenza di differenti tendenze culturali e politiche, ispirate al pensiero socialdemocratico, laico e liberalsocialista, sempre riconducibili alla tradizione democratica della sinistra riformista ed europea. Il socialismo italiano, nella continuità dei propri valori e princìpi fondanti, difende e promuove le libertà, la giustizia sociale, le pari opportunità, la pace e la sicurezza internazionale, lo sviluppo sostenibile, l’Europa come nuova dimensione dell’azione politica. Aggiorneremo i nostri programmi per tenere conto del mutamento sociale e tecnologico spinto dalla globalizzazione e delle sfide della modernità. I meriti e i bisogni, i diritti e i doveri devono trovare la loro espressione in una società aperta e plurale, libera e solidale.
Il nostro Partito, per svolgere la sua funzione, consapevole delle presenti difficoltà, riafferma con fermezza:
- la collocazione nella famiglia del socialismo europeo e internazionale;
- la rappresentanza degli interessi sociali deboli in una politica di sviluppo e modernizzazione della società;
- la sua autonomia politica e organizzativa, condizione necessaria per sviluppare il proprio progetto e la propria iniziativa;
- le garanzie di pluralismo e democrazia nella sua vita interna, essenziali anche per attuare con trasparenza ed efficacia il valore dell’unità del Partito.
La conoscenza della realtà, la comprensione del presente, l’individuazione di proposte e campagne da condurre nella società italiana rappresentano l’essenza di una nuova iniziativa socialista. Per superare la crisi di fiducia dei cittadini verso la politica, occorre che i partiti tornino a rappresentare interessi e ideali, e noi ci impegnamo a farlo, in particolare guardando al mondo del lavoro, dell’istruzione e della ricerca, della cultura, della nuova società multiculturale.
Vogliamo costruire un partito aperto e partecipato, con rappresentanza equilibrata tra i generi, capace di esprimere un’efficace politica nazionale e al tempo stesso di dotarsi di una forma federale che meglio rappresenti le istanze delle città e delle regioni, ed una struttura federativa che consenta l’espressione delle diversità e dei movimenti. Vogliamo contribuire a governare il cambiamento e ad offrire risposte e una proposta nuova per l’Italia. Convinti che ancora oggi la nostra società e la nostra democrazia abbia bisogno dei socialisti, e che anche in Italia come in Europa una sinistra credibile per la gente e alternativa alla destra non possa che essere socialista.
Il Partito non può rinchiudersi in sè stesso, deve aprirsi al mondo, parlare con tutti, confrontandosi in primo luogo con le forze della sinistra riformista, costruire alleanze per sconfiggere la crisi e cambiare il Paese. La crisi che noi denunciamo è istituzionale, economica e morale, essa dipende in primo luogo dalla debolezza della politica, che ha deluso e delude aspettative e necessità. Essa è responsabilità dei governi di centrodestra, ma anche di una sinistra che non ha saputo dimostrarsi affidabile e all’altezza delle sue promesse. Non si è creato un efficace bipolarismo, e il bipartitismo forzato di oggi aggrava la situazione. Per questo occorre costruire una sinistra di governo che oggi non c’è, e che non è riducibile alla politica del Partito Democratico, per le sue ambiguità e la sua incerta collocazione internazionale. Così come abbiamo affermato la nostra autonomia nelle ultime elezioni, la riaffermiamo oggi come condizione dell’essere del nuovo partito.
Questo è il nostro ruolo da sempre: il Partito Socialista vive solo se ha grandi obiettivi, muore se costretto alla mediocrità della gestione senza progetto.

Ordine del giorno
Il Congresso raccomanda il delegato Consiglio Nazionale ad approvare norme statutarie tese ad evitare situazioni di incompatibilità del tipo “controllore/controllato” tra organi politici e funzioni istituzionali, anche al fine di favorire il più ampio coinvolgimento degli iscritti nei ruoli di direzione politica.

5 luglio 2008

Nencini eletto segretario




L'assemblea congressuale riunita in seduta serale ha votato all'unanimità Riccardo Nencini Segretario Nazionale del Partito Socialista. Pia Locatelli ha ritirato la propria candidatura e ha proposto lei stessa di eleggere Nencini segretario. Non c’è stata neppure una astensione.


Nato il 19 ottobre 1959 a Barberino di Mugello (Firenze). Ha compiuto studi storici alla facoltà di scienze politiche "Cesare Alfieri" di Firenze. Nel febbraio 2004 gli è stata conferita la laurea ad honorem in Lettere dall'Università di Leicester.


Consigliere comunale e capogruppo Psi a Firenze dal 1990 al 1995, è stato deputato al Parlamento italiano nella XI° legislatura. E' stato il primo deputato a rinunciare, fino dal 1992, al doppio stipendio. Deputato al Parlamento europeo dal 1994 al 1999, è stato vicepresidente del Comitato per le politiche mediterranee, capo delegazione dei Socialisti italiani al Parlamento europeo, membro del bureau "Esteri" dell’Internazionale socialista. Fa parte dell’Ufficio di presidenza nazionale dei Socialisti Democratici Italiani.
Alle consultazioni regionali del 16 aprile 2000, è stato eletto sia nella lista Sdi - Repubblicani nella circoscrizione di Firenze con 2.922 preferenze sia nella lista maggioritaria di Toscana Democratica, per la quale ha optato. E’ stato Presidente del Consiglio regionale per l'intera legislatura. Dal 21 marzo 2002 è stato Coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome, fino al 24 novembre 2003. Presidente della CALRE (Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee) dal 2002 al 2004, è stato successivamente membro del Comitato permanente, per essere poi rieletto Presidente della Calre dal 24 ottobre 2005 fino al 31 ottobre 2006. E' coordinatore della Carta delle Regioni; inoltre è coordinatore del Comitato scientifico dell'Unione Consoli onorari in Italia.
Alle consultazioni regionali del 3 - 4 aprile 2005 è eletto come candidato regionale nella lista Uniti nell'Ulivo. E' stato confermato Presidente del Consiglio nella seduta di insediamento dell'VIII legislatura il 5 maggio 2005. Successivamente è riconfermato in questo incarico nella seduta del 6 novembre 2007.
Ha aderito al gruppo Socialisti Democratici Italiani - L'Ulivo che in data 1 gennaio 2008 ha assunto la denominazione Partito Socialista. Attualmente ricopre la carica di tesoriere.

27 giugno 2008

Intervista al Segretario Provinciale del Partito Socialista

Ecco l'intervista al nuovo Segretario Provinciale del Partito Socialista, nonchè Sindaco di Ostuni, avv. Domenico Tanzarella: socialisti ostuni


25 giugno 2008

1° Congresso Provinciale del Partito Socialista

Tutti gli iscritti e simpatizzanti sono invitati partecipare al 1° Congresso Provinciale del Partito Socialista che si terrà MERCOLEDI' 25 GIUGNO ore 17:00 in Ostuni presso la Biblioteca Comunale sulla via per Cisternino. Nella circostanza si procederà alla elezione del Segretario Provinciale, dei membri del Comitato Direttivo Provinciale e alla nomina dei delegati al Congresso Regionale. congresso socialisti ostuni

22 aprile 2008

Menomale che Silvio c'è

Potevamo commentare il trionfo del Pdl, socialisti ostuni socialistiostuni
------------------------------la resurrezione della Lega,
------------------------------la scomparsa di sinistra e destra dal Parlamento,
------------------------------l'errore di Veltroni di correre da solo,
------------------------------il nostro disastroso risultato elettorale,
------------------------------le paure per i nuovi ministri,
Ma è meglio farsi 2 risate con questo video demenziale:

19 aprile 2008

Politometro

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

12 aprile 2008

Spot Gesù socialista

socialisti ostuni

Perché Gesù? Non c’è alcun dubbio che il messaggio di uguaglianza e di solidarietà verso i più deboli è fondamentale nel cristianesimo. Il cristianesimo è un messaggio di solidarietà, di difesa dei poveri e degli emarginati. Il movimento operaio e socialista è nato e si è sviluppato all’interno di questi valori e la figura di Gesù, che va nelle fabbriche oppure partecipa a manifestazioni per la libertà di pensiero, risale addirittura alla fine dell’Ottocento. Nel 1946, poi, il Partito socialista utilizzò un manifesto con l’immagine di Cristo. Nulla di nuovo, quindi. Il partito socialista è, come lo era Gesù, a fianco dei deboli e degli esclusi, che non hanno voce forte. Il partito socialista oggi, come lo era Gesù, è contro quelle gerarchie ecclesiastiche che vorrebbero restaurare una sorta di protettorato del papato sull’Italia. A differenza di quanto fa capire Ruini, con il coro di Gasparri, Volontè, Baccini e così via, si può essere credenti ma allo stesso tempo essere laici.

8 aprile 2008

Manifestazione ad Ostuni

Clicca sull'immagine per ingrandire

1 aprile 2008

V2 day

Vday

28 marzo 2008

Corre il vento socialista


Forse con queste elezioni spariremo temporaneamente dal parlamento, ma non dobbiamo scoraggiarci per questo, anzi da questa lezione trarremo la forza di rinnovare e ripulire il partito perchè ce n’è davvero bisogno. Dovremo farci trovare pronti per la prossima occasione. Il vento socialista correrà sempre, soprattutto se noi giovani saremo in tanti a soffiare. socialisti ostuni socialistiostuni

27 marzo 2008

Socialist Party Fasano 25 gennaio 2008

Servizio sulla festa svoltasi a Fasano

21 marzo 2008

Megalomane... Attenzione italiani !

Berlusconi in un'intervista a 'Gente' racconta: ''Lavoro 20 ore al giorno. Mi sveglio alle 7.15 e vado a nanna alle 2.30. In media ho 15-20 appuntamenti quotidiani, di circa 20 minuti ognuno. Le telefonate, tra un appuntamento e l'altro, sono una cinquantina".
socialisti ostuni socialistiostuni
E ancora: "Pranzo e cena sono invariabilmente riunioni di lavoro. Non seguo nessuna vera dieta, se non l'abitudine a un menu semplice e poco calorico. Dopo la cena, lavoro alla scrivania per studiare, stilare dichiarazioni, correggere interviste, preparare gli interventi del giorno dopo. Cosi' per sei giorni alla settimana. Insomma,
sono quasi in odore di santita'...''.

Suggerimenti ed idee

Area riservata ai commenti, alle proposte, ai suggerimenti ed alle idee dei visitatori

19 marzo 2008

La Storia del Partito Socialista

I socialisti dal 1892 a oggi
Una storia che prosegue da oltre cent’anni
Il PS trae la sua origine storica e ideologica dal Partito Socialista Italiano, nato a Genova nel 1892. Esso fondava in sé l'esperienza socialista sia di ispirazione riformista che marxista. I principali promotori della formazione del PSI furono, tra gli altri, Filippo Turati, Claudio Treves e Leonida Bissolati.La prima scissione del PSI avviene nel Congresso di Livorno del 1921. Dopo che Lenin aveva invitato il PSI a conformarsi ai dettami dei 14 punti dell’Internazionale Socialista e ad espellere la corrente riformista di Turati, i comunisti di Bordiga e Gramsci, in minoranza, escono dal Congresso e fondano il Partito Comunista .
Nel 1922 la corrente riformista di Turati viene espulsa dal Partito per la collaborazione data ai partiti borghesi nel risolvere la crisi di Governo del 22’, che aprirà le porte al Fascismo. Turati fonda il PSU (Partito Socialista Unitario), che nel 1930, in Francia, nel pieno dell’esilio fascista, si riunificherà con i massimalisti, guidati dal giovane Pietro Nenni. Nel 1943 rinasce a Roma il Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP) che raggruppa una parte consistente di personalità influenti della sinistra italiana antifascista, come il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il nuovo segretario sarà Pietro Nenni.
Il PSIUP durante la Resistenza partecipa attivamente al Comitato di Liberazione Nazionale e si avvicina in particolare al Partito Comunista Italiano con una politica di unità d'azione volta a modificare le istituzioni in senso socialista. Questa politica viene osteggiata dalla destra del partito guidata da Giuseppe Saragat, preoccupato che le divisioni interne alla classe operaia potessero favorire l'ascesa di movimenti di destra autoritaria, come era avvenuto nel primo dopoguerra con il fascismo.
In occasione del referendum istituzionale del 2 giugno del 1946, il PSIUP è uno dei partiti più impegnati sul fronte repubblicano, al punto da venire identificato come "il partito della Repubblica".Il 10 gennaio 1947 il PSIUP riprende la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI). Il cambio di nome avviene nel contesto della scissione della corrente socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat (scissione di palazzo Barberini), il quale darà vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), e marcherà una profonda distanza dai comunisti (ormai definitivamente agganciati allo stalinismo sovietico). Il PSI invece, proseguirà sulla strada delle intese con il PCI, e con quest'ultimo deciderà anche di fare un fronte comune, il Fronte Democratico Popolare, in vista delle elezioni dell'aprile 1948.
Dopo la sconfitta elettorale del 1948, la lista del Fronte Democratico Popolare non verrà più riproposta, ma il PSI resta alleato col PCI, all'opposizione, per ancora molti anni. Una svolta importante nella storia del PSI è costituita dal Congresso di Venezia del 1957, quando, in seguito all'invasione sovietica dell'Ungheria e alla rottura col PCI, il partito comincia a guardare favorevolmente all'alleanza con i moderati: si rafforza il nesso socialismo-democrazia e il PSI abbandona i legami con il blocco sovietico.Nel 1963 il PSI entra definitivamente al Governo, con l'esecutivo guidato da Aldo Moro, dando avvio alla stagione del “centrosinistra”.
Dopo lo squilibrio elettorale alle amministrative del 1972 tra PCI e PSI , la segreteria del Partito nel luglio 1976 passa da De Martino a Bettino Craxi, vicesegretario e membro di punta della piccola corrente autonomista di Pietro Nenni. Nell’agosto del 78’, viene pubblicato "Il Vangelo Socialista", con il quale si sancisce la svolta ideologica, con lo smarcamento dal marxismo, appannaggio di un percorso culturale distinto da quello del PCI e che prende le mosse da Proudhon evolvendosi col socialismo liberale di Carlo Rosselli.
Nel 1985, dopo gli anni di partecipazione al Pentapartito, il PSI di Bettino Craxi rimuove la falce e il martello dal proprio simbolo per rimarcare la sua intenzione di costruire una sinistra alternativa e profondamente riformista guidata dal PSI e non più egemonizzata dal PCI. L'elettorato premia questa scelta: la percentuale di consensi infatti sale dal 9,8% ottenuto nel 1979 fino a toccare il picco del 14,3% nel 1987.Con la caduta del muro di Berlino dell’89, reputando imminente una conseguente crisi del Partito Comunista Italiano, Craxi inaugura l'idea della "Unita Socialista" da costruire insieme con il fidato Psdi e nella quale coinvolgere anche ciò che nascerà dalle ceneri del PCI. Come previsto, infatti, il PCI viene sciolto e gli ex comunisti confluiranno nel più moderato e riformista PDS. I primi riscontri elettorali da parte del PSI paiono incoraggianti, poiché alle elezioni regionali del 1990 i socialisti si portano al 18% come media nazionale.
Nel 1992 scoppia lo scandalo di Tangentopoli, che colpisce prevalentemente Bettino Craxi ma mette in crisi tutti i partiti della cosiddetta Prima Repubblica. Il partito cambia rapidamente molti segretari fino al definitivo sfaldamento in tante parti.
Schiacciato dall'offensiva giudiziaria e da una feroce campagna giornalistica, il PSI si scioglie definitivamente con il 47° congresso il 13 novembre 1994 presso l’Auditorium del Palazzo dei Congressi di Roma. Da quel giorno ha inizio la diaspora socialista in Italia.
Dopo anni di divisioni, nell’aprile 2007, a Fiuggi, il segretario dello Sdi Enrico Boselli, annuncia l’intenzione di dar vita al Partito socialista assieme a personalità, esponenti e simpatizzanti provenienti anche da altri partiti. Nel luglio 2007 con la Costituente socialista si avvia il processo che porterà il Partito socialista formato non solo dalla ricomposizione della diaspora socialista, ma anche da molte anime riformiste, laiche, democratiche della sinistra italiana che si richiama ai valori e ai principi del Partito socialista Europeo. Il comitato promotore del Partito, guidato da Enrico Boselli e Gavino Angius, è composto da: Roberto Barbieri, Franco Benaglia, Vittorio Craxi, Cinzia Dato, Mauro Del Bue, Gianni De Michelis, Rino Formica, Ada Girolamini, Franco Grillini, Ugo Intini, Pia Locatelli, Maria Rosaria Manieri, Alberto Nigra, Gianfranco Schietroma, Valdo Spini, Lanfranco Turci, Roberto Villetti, Saverio Zavettieri.
La prima scadenza elettorale che affronterà il PS saranno le elezioni amministrative e politiche del 13/14 aprile 2008.

Il programma per un'Italia laica, civile e moderna

Per un’Italia laica civile e moderna All'Italia occorrono cambiamenti profondi, una forte innovazione, una modernizzazione della vita civile, una maggiore efficienza delle nostre istituzioni, minori disuguaglianze e più equità. Costante è il riferimento ai valori e ai principi della nostra Costituzione, frutto della lotta di Liberazione. Ripartiamo da quei valori di giustizia, democrazia, libertà e uguaglianza, che hanno accompagnato la storia della Repubblica, per un’Italia laica, civile e moderna. Diritti e doveri, giustizia ed equità, merito e bisogni non siano chimere ma la bussola per un programma riformista.
Le sfide globali
Il Partito Socialista è l’unico in Italia che si riconosce nel Partito Socialista Europeo e nell’Internazionale socialista. Il primo pilastro della nostra politica estera è l’unità dell’Europa. Il secondo pilastro è l’Alleanza Atlantica, che deve essere consolidata su un piano di parità, attraverso l’unità europea. Il terzo pilastro è la cooperazione con i paesi del Mediterraneo, che può dare una spinta decisiva allo sviluppo economico. L'Italia è la nuova frontiera meridionale d'Europa nel rapporto con questi paesi. Occorre sviluppare tutte le potenzialità fornite da questo ruolo geopolitico, che comporta l'assunzione di nuove responsabilità nella regolazione dei flussi migratori e nella capacità di intercettare al meglio le rotte commerciali ed economiche che si stanno sviluppando.I socialisti guardano lontano nel futuro. Se Turati nel 1929 sognava gli “Stati Uniti d’Europa”, oggi si possono sognare gli “Stati Uniti del mondo”. Sul piano politico fondamentale è il ruolo delle Nazioni Unite, per affermare una concezione multilaterale dei rapporti internazionali. L’Italia contribuisce ovunque alle missioni di pace sotto l’egida dell’Onu, dal Libano all’Afghanistan. Sul piano materiale, con l’impegno contro il sottosviluppo e la povertà, serbatoi inesauribili delle organizzazioni terroristiche di tutte le matrici. Su quello morale, con l’impegno per i diritti umani, che è la stella polare della nostra politica estera. L’Italia ha guidato con successo la campagna per la moratoria della pena di morte, finalmente raggiunta. Un mondo senza tortura, senza sentenze capitali, senza censura né oppressione, senza doppi standard sui diritti umani tra Paesi ricchi e poveri sarà più sicuro, più ricco, più tollerante, multi-culturale e multi-etnico. La lotta al terrorismo internazionale deve essere affrontata su tutti i terreni. A livello politico con l’isolamento dalla comunità internazionale; a quello militare con una cooperazione degli Stati nell’ambito delle Nazioni Unite; a quello nazionale con un’efficace azione di polizia e di intelligence che non leda i diritti umani come avviene a Guantanamo.Il contrasto ai cambiamenti climatici è la sfida più rilevante: energia pulita, risparmio energetico ed efficienti sistemi di smaltimento dei rifiuti sono obiettivi da perseguire con determinazione. La tutela dell’ambiente costituisce un aspetto fondamentale di uno sviluppo sostenibile. Le imprese sono un soggetto attivo nel definire la nostra collocazione internazionale. È compito dello Stato premiare, anche con il fisco, le imprese che esportano, che operano salti di crescita e che contribuiscono a un nuovo modello di specializzazione dell’Italia nel contesto dell’economia mondiale.
La riforma delle istituzioni democratiche
La riforma delle istituzioni democratiche deve partire da un superamento del bicameralismo perfetto, con il passaggio ad una Camera legislativa e a una Camera delle Regioni. Per completare questa riforma si dovranno cambiare anche i regolamenti parlamentari, introducendo tra l'altro una corsia preferenziale per i disegni di legge del Governo. Prioritaria è la riforma dell'ordinamento giudiziario, mantenendo la completa autonomia e indipendenza della magistratura: assicurare lo snellimento delle procedure processuali; attuare la separazione delle carriere tra giudice neutrale e pubblica accusa; garantire la certezza della pena. Introdurre maggiori misure di sorveglianza dopo che si è scontata la pena e un sostegno terapeutico su base volontaria, alternativo ad ulteriori restrizioni della libertà personale, contro chi commette atti di violenza nei confronti delle donne e degli omosessuali e per chi si macchia dell’infamia della pedofilia, senza ricorrere a violazioni dell’integrità della persona, come la castrazione chimica, contraria alla nostra Costituzione. Le moderne democrazie si fondano sul pluralismo del sistema informativo. Occorre, quindi, liberalizzare e regolamentare il mercato radiotelevisivo e pubblicitario, superando l'attuale duopolio e favorendo l'ingresso di nuovi operatori. In questo contesto è necessaria una legge sul conflitto di interessi, che eviti concentrazione di potere politico, economico, finanziario e mediatico nelle stesse mani, senza procedere a espropri ma congelando le proprietà.
Meriti e bisogni, equità e sviluppo
Rimettere in moto il meccanismo della crescita con azioni, che consentano il più rapido recupero della competitività perduta, è fondamentale per il risanamento dei conti pubblici, la crescita dell’occupazione e la riduzione delle disuguaglianze. Chiave di volta dello sviluppo è l’innovazione: - occorre un aumento straordinario della spesa pubblica e privata per la ricerca, per avvicinarsi all’obiettivo del 3% del Prodotto Interno Lordo fissato dal Trattato di Lisbona; - un aumento della dotazione di fondi per la scuola pubblica e dell’università; - liberalizzazioni, con priorità a quelle misure che toccano le lobby e gli interessi più forti, a cominciare dal cartello oligopolistico delle assicurazioni; - centralità del merito nella Pubblica Amministrazione e nuove regole per la contrattazione sindacale in grado di incentivare la produttività.
Nord e Sud: due questioni nazionali
Le disuguaglianze all'interno della nostra penisola sono aumentate a dismisura negli ultimi dieci anni. Il Mezzogiorno è la parte dell'Italia che ancora soffre dei ritardi più gravi. Le risorse comunitarie devono essere usate meglio. Al sistema delle elargizioni da parte delle casse dello Stato alle imprese si deve sostituire l’investimento pubblico per infrastrutture, servizi, formazione e ricerca. Occorrono nuove strategie per invertire la rotta e uscire dal declino costruendo non uno “Stato che fa ma uno Stato che fa fare”. Il malessere si diffonde al Sud come al Nord, configurando una nuova questione meridionale. Il disagio sociale in cui vertono sempre più i lavoratori dipendenti necessita un incremento immediato dei salari e degli stipendi, attualmente i più bassi in Europa. La buona e piena occupazione è un obiettivo che l'Italia può e deve raggiungere. A tal fine occorre anzitutto superare la precarietà del lavoro, per una flessibilità nella sicurezza sociale. Il nuovo modello di welfare deve gradualmente spostare le tutele dal posto di lavoro all’individuo. Non si tratta di ridurre i diritti ma di introdurne di nuovi e più forti. A dover essere contrastati sono soprattutto gli abusi e le illegalità nel mercato del lavoro che generano livelli ancora più elevati di precarietà e di insicurezza. E' essenziale garantire una formazione continua dei lavoratori, giovani e anziani, i cui costi siano a carico delle imprese. Occorre trasformare la perdita del lavoro da dramma a occasione di riqualificazione professionale. L’erogazione delle tutele monetarie deve essere subordinata alla partecipazione a programmi di reinserimento nel mercato del lavoro, che consenta a chi ha perso il lavoro di essere pronto a lavori di maggiore qualità. Garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro è un dovere civile e morale per cancellare la vergognosa e tragica sequenza di omicidi bianchi. Bisogna prevedere più formazione alla sicurezza per chi fa impresa e per chi vi lavora, nonché investire maggiori risorse per potenziare le ispezioni con un personale adeguatamente professionalizzato. Il problema della casa è diventato un dramma per i giovani e per gli strati più deboli. Investimenti in edilizia pubblica non sono un retaggio del passato, ma sono una necessità per andare incontro a chi ha redditi più bassi e non ha casa in proprietà. Occorrono misure di assistenza e di sostegno al reddito per gli anziani non autosufficienti e per i disabili, che non possono essere lasciati a carico delle proprie rispettive famiglie. Nel quadro di una vasta opera di privatizzazione dei servizi la sanità deve restare pubblica, cercando di uniformare le prestazioni che sono sempre più disuguali tra Nord e Sud. Il futuro dell'Italia è strettamente legato al potenziamento dell'autonomia energetica. Attraverso un maggiore sfruttamento delle fonti rinnovabili, la costruzione di nuovi rigassificatori e politiche attive di risparmio; il rafforzamento dei programmi di ricerca su tutte le fonti a partire dal sistema a idrogeno, fino ad una riconsiderazione dell’energia nucleare di ultima generazione, si può generare sviluppo e rendere l'Italia meno dipendente dall'estero.
Formazione per tutti
Una Scuola Pubblica di qualità, riformata sulle esigenze della società della conoscenza, è una condizione irrinunciabile per garantire a tutti la possibilità di costruirsi il proprio futuro. Occorre difendere la scuola pubblica perché soltanto lo Stato deve garantire pari opportunità per tutti. Non deve esistere una scuola per i poveri ed una per i ricchi. Le scuole private devono essere libere, ma non possono pretendere di essere finanziate dallo Stato. La diffusione delle reti telematiche è divenuta uno strumento per assicurare pari opportunità a tutti nel nuovo mondo delle comunicazioni. Lo Stato deve assicurare la concorrenza con una netta separazione tra chi gestisce le reti e chi offre i servizi.
Diritti e doveri
Il rapporto tra Stato e cittadini si basa sul rispetto dei diritti e dei doveri. Occorre diffondere il rispetto della legalità. Gli scandali politici, finanziari, giudiziari, a cui abbiamo assistito, denunciano la mancanza di un adeguato grado di etica pubblica e di senso civico a tutti i livelli. Sono ormai innumerevoli gli episodi emblematici dello scollamento civile, di violenza tra le persone, di intolleranza, a cui occorre rapidamente porre rimedio. L'Italia deve maturare un’etica della responsabilità individuale. Proseguire nella lotta all'evasione fiscale e contributiva è un obiettivo primario. Equità nei carichi fiscali, snellimento delle pratiche burocratiche sono essenziali per un buon rapporto tra fisco e cittadino. Le famiglie italiane sono cambiate come dimostrano i dati statistici più recenti. Aumentano i single e le coppie di fatto. La politica non può ignorare queste nuove realtà e deve riconoscere pari dignità giuridica a tutte le cittadine e a tutti i cittadini. I diritti delle coppie composte da persone dello stesso sesso debbono essere garantiti; è urgente approvare efficaci norme antidiscriminatorie e antiomofobia e permettere alle persone transessuali di ottenere la rettifica del sesso con regole meno restrittive, in sintonia con la legislazione europea. Occorre regolamentare le unioni civili riconoscendo alle coppie stabili di poter formalizzare il proprio rapporto con un contratto che abbia natura personale e patrimoniale, con effetti anche rispetto ai terzi. In questo contesto si deve riconoscere alle coppie formate da persone dello stesso sesso un rafforzamento di questo istituto. Parallelamente per le coppie sposate senza figli deve essere introdotto il divorzio breve, semplificando lunghe, costose e inutili pratiche burocratiche. Va intensificata la promozione di campagne a favore degli anticoncezionali rendendoli più facilmente disponibili. Le politiche della parità tra uomini e donne favoriscono l’occupazione e la crescita. Una pari indipendenza economica per le donne e gli uomini, l’equilibrio tra attività professionale e vita privata, la pari rappresentanza nel processo decisionale, l’eradicazione di tutte le forme di violenza fondate sul genere, l’eliminazione di stereotipi sessisti e la promozione della parità tra i generi nelle politiche esterne e di sviluppo: questi sono gli ambiti prioritari di intervento. Le quote rosa sono uno strumento discutibile, ma è l’unico che si è rivelato efficace in tutto il mondo per garantire accesso alle donne nelle istituzioni. Una volta che una presenza equilibrata di donne e di uomini sia diventata normale, si potrà abbandonare questo strumento, che ha unicamente uno scopo pratico. La 194 è una legge di civiltà che ha ridotto le pratiche dell’aborto e i rischi per la salute e la vita delle donne. Non esiste un diritto all’aborto, ma esiste un diritto alla maternità consapevole da parte delle donne. La legalizzazione della RU486 è positiva perché riduce l’impatto di un atto che resta comunque un dramma. Bisogna giungere ad una profonda modifica della legge sulla fecondazione assistita con lo scopo di tutelare la salute delle donne. I diritti vanno riconosciuti a tutti, sia ai cittadini italiani sia agli stranieri. L’Italia deve finalmente regolamentare tutti gli stranieri che hanno un lavoro stabile e che non hanno commesso reati. Il diritto d’asilo deve essere garantito secondo il dettato costituzionale gli impegni internazionali dell’Italia. In questo modo si potrà combattere meglio e più efficacemente l’immigrazione clandestina di tipo criminale.
La sicurezza alla base della convivenza civile
La sicurezza è un diritto alla base della convivenza civile. Sono le persone più deboli ad essere vittime della microcriminalità che va quindi contrastata senza indulgenza e disattenzione. A tale scopo, bisognerà assicurare una più razionale ed efficiente presenza delle forze dell’ordine sul territorio, investendo in nuove tecnologie, concentrando la vigilanza nelle aree di maggior rischio, ed evitando la duplicazione dei compiti. La grande criminalità organizzata, che esercita soprattutto il commercio della droga e il traffico di esseri umani, è un pericolo per l’ordine pubblico e un fattore di inquinamento della società e delle istituzioni. Su questo fronte si sono raggiunti importanti risultati ma non si deve attenuare l’impegno dello Stato.
Laicità, pluralismo e libertà
La laicità dello Stato è una caratteristica fondamentale della democrazia liberale. In Italia pluralismo, diritti civili, riconoscimento delle unioni di fatto etc. sono continuamente rimessi in discussione. I vertici delle gerarchie ecclesiastiche, e non tutti, si arroccano su privilegi, come l’esenzione Ici a favore delle attività commerciali con annessa cappella di culto, come la ripartizione truccata dell’8 per mille, o come il finanziamento delle scuole confessionali, paritarie private o private che siano. Nessuno vuole aprire in Italia una guerra di religione. Ciò che è rivendicato dai laici, credenti e non credenti, sono le stesse condizioni esistenti nei principali paesi europei tra Stato e Chiesa. L’impegno del partito socialista I socialisti, che hanno segnato con le proprie lotte civili e sociali la storia d’Italia, si impegnano a portare avanti nel Parlamento, eletto il 13 aprile, con rigore, coerenza ed onestà, principi di onestà e giustizia sociale, di sicurezza e di pace. socialisti ostuni socialistiostuni